Della schiacciata con l’uva mi piacciono: i semini dell’uva, la crosta croccante e bruciacchiata, lo zucchero che si caramella insieme al sughetto dell’uva impiastricciando in maniera irreversibile la teglia.
Insomma, praticamente tutto quello che di solito non piace a nessuno.
Sarà per lo stesso motivo per cui adoro l’autunno e l’inverno preferendo di gran lunga la nebbia umida che copre le colline al sole e alle zanzare che mi massacrano.
Sarà per lo stesso motivo per cui ho sempre bisogno di darmi un obiettivo e trovare qualcosa da fare, anche quando potrei stare a riposarmi senza far nulla.
Non lo so, ho dei gusti al rovescio evidentemente.
Oppure più semplicemente tendo a prendere un po’ tutto come una corsa a ostacoli, per vedere quanto riesco a resistere.
È quasi come se dovessi sempre darmi prova di essere in grado, di riuscire. Considero tutto come un duro esercizio per essere più organizzata, più veloce, più precisa…sempre più.
Qualche volta pesa. Qualche volta mi piacerebbe semplicemente aspettare con calma che le cose accadano.
Ma non ce la faccio proprio.
Mi ero ripromessa di non pianificare tutto, che tanto poi arriva un colpo di vento e sradica agende, promesse e progetti.
Eppure mi trovo sempre a farlo e sistematicamente a pensare veloce, sempre con la mente in movimento, per rimetterli in fila quando, inesorabile, quel vento arriva.
La cosa che più mi disturba in tutto questo è la mente sempre occupata.
A volte mi dicono: “ma bastano 10 minuti”. Io non ce li ho 10 minuti, davvero, non riesco a tirarli fuori, perché ogni singolo minuto è sempre incasellato.
E questa cosa non mi piace proprio più: mi pacerebbe prendere le cose un po’ più alla leggera, allentare un po’ la presa, sapere di potermi concedere una distrazione, essere meno dura con me.
Ma per ora va così e devo prenderla come va. Devo abituarmi ad avere a che fare con me.
Come fare la schiacciata con l’uva
La schiacciata con l’uva è Toscana, che più toscana non si può. Lo dice il nome stesso: schiacciata ovvero quella cosa che in altre regioni chiamano “focaccia”.
Al pari del castagnaccio o baldino di castagne, è un dolce tipicamente autunnale.
La schiacciata con l’uva appartiene alla tradizione contadina e campestre. Era ed è una preparazione tipica del periodo della vendemmia.
Per farla si utilizzava la pasta del pane (che era fatto rigorosamente in casa e spesso cotto in forni a legna comuni di paese) insaporita con olio, rosmarino e una spolverata di zucchero.
La tradizione vuole che si utilizzi l’uva di qualità “Canaiolo”, diffusissimo proprio nella zona del Chianti ma può essere usata anche la cosiddetta “uva fragola”.
Per quanto riguarda la pasta, io ho sostituito l’olio insaporito al rosmarino con del burro e ho inserito una piccola dose di zucchero anche nell’impasto.
L’uva deve essere abbondante: sia all’interno dei due strati di pasta sia sopra.
I piccoli semini che scricchiano in bocca e che danno fastidio ai più, sono proprio la tipicità di questa preparazione.
Se mangiandola sentirete fastidio, provate a pensare che state facendo scorta di antiossidanti: vi piacerà di più schiacciare i semini con i denti.
Schiacciata con l'uva, ricetta toscana d'autunno
Ingredienti
- 110 g di li.co.li. oppure 150 g di pasta madre solida o 15 g di lievito di birra.
- 450 g di farina io ho usato una farina di tipo 1. Nel caso si utilizzi pasta madre solida o lievito di birra occorreranno 400 g circa di farina.
- 200 ml di acqua circa
- 50 g di burro
- 50 g di zucchero per la pasta
- 1 pizzico di sale
- 2 cucchiaini di semi di anice e finocchio
- 1,5 kg di uva da schiacciata
- 80 g di zucchero per insaporire l'uva
- 2 cucchiai di zucchero per spolverare la superficie
Preparazione
- Sciogliete il licoli con un po’ dell’acqua prevista dalla ricetta, aggiungete 50 g di zucchero e lavorate con le fruste fino a che non inizierà a formare una schiumina.
- Aggiungete la farina alternandola con l’acqua fino ad ottenere un composto morbido ma non appiccicoso.
- Unite il sale e, quando la pasta inizierà a formare una palla liscia e omogenea, incorporate il burro a temperatura ambiente.
- Lavorate bene e mettete a lievitare nel forno con la luce spenta fino al raddoppio.
- Mentre la pasta lievita, staccate gli acini dell’uva, lavateli, asciugateli, mettete in una ciotola e aggiungete 80 g di zucchero e i semini di anice pestati.
- Una volta che l’impasto della schiacciata sarà raddoppiato di volume, dividetelo a metà.
- Stendete con le mani una parte e mettetelo in una teglia su cui avrete sistemato della carta da forno (io ho usato una teglia ferro blu di 30 x 28).
- Inserite 2/3 dell’uva zuccherata all’interno e spargetela bene per coprire tutta la superficie.
- Stendete l’altra parte di impasto e coprite lo strato di uva sigillando benissimo i bordi.
- Quindi cospargete la superficie con l’uva rimasta.
- Pressate leggermente in modo che gli acini entrino un po’ nell’impasto, quindi spolverate la superficie con 2 cucchiai di zucchero.
- Rimettete a lievitare al caldo per un’ora e mezza circa: quando vedrete che inizia a gonfiare, accendete il forno a 220° e fatelo scaldare bene.
- Cuocete la schiacciata in una posizione poco al di sotto della parte centrale del forno, in modo che la base risulti ben cotta.
- Lasciate cuocere per 40/45 minuti circa, accertandovi che il fondo della schiacciata sia colorito prima di toglierla.