Sono da sempre affezionata alla stagione fredda.
L’accensione del caminetto, il rumore della pioggia che picchietta sul tetto del mio appartamento mansardato, il calore rilassante che si avverte rientrando da una giornata serena e gelida.
L’inverno è il momento del forno accesso, dei fornelli occupati da pentole in terracotta per la cottura lenta di un peposo, dell’assaggio di stufati e stracotti succulenti: l’inverno è tempo di cucina.
È stato proprio in una serata umida e fredda, una di quelle in cui fa buio presto, che mi sono cimentata nella mia prima lezione di cucina casalinga.
Sì, il mio primo corso di cucina l’ho seguito a 6 anni. Un piccolo tegamino di alluminio sottile ed ammaccato è stata la mia “casseruola”. Il piano della cucina economica a legna che scaldava l’intera casa il mio “piano ad induzione”. Mia nonna la titolare del corso.
Nata e cresciuta in Toscana, non potevo che iniziare con una “ricetta di casa”. Una di quelle in cui gli ingredienti sono pochi, la preparazione è semplice ma il gusto, beh, quello una vera sorpresa.
La mia minestra di patate è la storia di una tradizione passata, dove si privilegiavano ingredienti poveri, perché le famiglie erano numerose e le risorse a disposizione inversamente proporzionali alle dimensioni del nucleo familiare.
Ho quindi iniziato a sminuzzare odori, soffriggere, pelare, stufare. Ricordo che vivevo tutto con un po’ di apprensione: quanto deve soffriggere la cipolla? Quanto sedano dovrò aggiungere? Di che dimensione dovranno essere i cubetti di patata? Ma l’interrogativo più grande è stato: come regolo il sale?
Se i consigli della chef mi hanno aiutato a prendere confidenza con il bilanciamento dei sapori, il famoso “pizzico di sale” non ha avuto la stessa fortuna ed ho dovuto constatare quanto fosse vero l’avvertimento:
“Fai piano! Ad aggiungere si fa sempre in tempo ma a levare no”.
Nonostante il successo del mio primo esperimento fosse stato un po’ offuscato dall’eccessiva sapidità, questo non mi ha di certo fatto desistere dal divorare la mia minestra di patate.
Di quella giornata oggi non ricordo quasi niente: né cosa sia successo prima né il sapore di quello che mangiavo (a parte il sale).
Ma ricordo perfettamente la sensazione di sicurezza che mi aveva dato trasformare quei pochi ingredienti che tutti hanno in casa in una cena vera, con la quale le persone si sfamano. La sicurezza di sapere che avrei avuto pochi problemi: una patata, qualche odore e un po’ di acqua sono sufficienti per essere felici.
L’inverno è la mia stagione.
Minestra di patate
Ingredienti
- 15 g di cipolla
- prezzemolo
- qualche foglia di sedano
- 1/2 carota
- 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
- 500 g di patate
- 150 g di riso
- olio EVO
- sale
- pepe
Preparazione
- Sbucciate le patate, tagliatele a cubetti grandi e copritele di acqua per non farle annerire.
- Mettete a bollire un pentolino di acqua che vi servirà per allungare la minestra.
- Preparate un battuto molto sottile con prezzemolo e cipolla e mettetelo a soffriggere a fuoco basso in poco olio evo.
- Appena il soffritto inizia a profumare e la cipolla diventa trasparente, aggiungete le patate tagliate a cubetti, le foglie di sedano sedano, la carota, il concentrato di pomodoro.
- Coprite gli ingredienti con acqua, regolate di sale e pepe e fate bollire lentamente, con la pentola coperta per 35' circa, controllando di tanto in tanto che l'acqua non si asciughi troppo ed aggiungendone ancora, se necessario.
- Quando le patate inizieranno a disfarsi, passate la minestra al passaverdure aggiungendo acqua. Il brodo dovrà essere abbastanza liquido ma dovrà comunque lasciare un velo sul mestolo per avere la giusta consistenza.
- Rimettete a bollire il brodo e, ad ebollizione, lasciate cuocere il riso.