Aringa…e lo chiamano pesce povero
L’avete mai sentita la storia dell’aringa appesa? Pare che, per le sue qualità di pesce economicissimo ma terribilmente saporito, l’aringa venisse consumata proprio così: appesa sulla tavola. Ogni commensale “struffava” la sua fetta di pane sull’aringa e ne mangiava fino a che non era sazio.
Così si concludeva la cena a base di carboidrati di una volta.
Ecco, diciamo che questa abitudine di consumo, non si discosta molto da quella che ho sempre visto in casa mia.
L’aringa sotto sale, per me, ha un odore, un sapore e occasioni d’uso assolutamente abitudinarie. È il pesciolino argentato, conservato sotto vuoto, che si mangia ogni tanto nelle serate invernali.
Perché invernali? Beh, semplice: perché l’aringa la abbrustoliamo in griglia sulla brace del caminetto prima di mangiarla. Una volta “cotta”, si ripulisce dalla pelle e dalle lischette più grosse e la si inonda di olio buono e una macinata di pepe.
A quel punto, bisogna solo sperare che quella non sia la giornata in cui a casa si compra il pane fresco di giornata, perché altrimenti c’è da rovinarsi!
Lo scopo della cena diventa infatti prendere un quantitativo microbico di aringa nel piatto, accompagnarla con una buona dose di olio e iniziare a intingere con il pane, passandolo leggermente sul filetto di pesce per raccogliere qualche filo della sua carne magra.
Guai a toccare l’aringa con la forchetta! Il quantitativo di sale contenuto in un boccone un pochino più grande, vi costringerebbe ad andare a dormire accompagnati da svariate bottiglie di acqua, per placare la sete notturna.
Il pesce del nord
Non so perché, ma le (scarse) informazioni che avevo sull’aringa, mi avevano sempre fatto pensare che fosse un piatto tipico della Toscana. Anche le modalità di consumo me lo ricordavano tanto.
E invece pare proprio di no (anche se in nessun ricettario toscano può mancare almeno una ricetta a base di aringa).
L’aringa è un pesce pescato e conservato soprattutto nelle zone dell’Europa settentrionale. In Italia è poco conosciuto e assolutamente sottovalutato rispetto ad altre specie di pesce azzurro anche se, come il resto dei suoi simili, è un ingrediente molto economico ma ricchissimo dal punto di vista nutrizionale
Sarà stata per questa sua cattiva fama, sarà stato forse per la mia convinzione che fosse un piatto della tradizione, che la scelta per il piatto è caduta proprio su questo pesce.
L’obiettivo che mi sono posta? Rivalutarlo in cucina e farlo uscire dalla tradizione “invernale” di cene ipercaloriche a base di olio, sale e carboidrati!
Devo dire la verità: per cucinarlo, ho scelto la versione “trattata” di questo ingrediente. Mi sono cioè affidata ai filetti di aringa affumicata sott’olio che si trovano in genere nei banchi della gastronomia.
Prima di tutto perché ero interessata proprio al gusto affumicato, in secondo luogo, perché, sebbene ancora molto saporiti, i filetti di aringa sott’olio sono comunque meno carichi di sale e si possono utilizzare più facilmente.
La marmellata di agrumi Val Cor
Ho scelto di abbinare all’aringa un ingrediente abbastanza insolito: la marmellata di agrumi Val Cor.
Nella marmellata di agrumi, ho voluto raccogliere tutti i sapori dell’ultima parte dell’inverno, senza escludere nulla, bucce comprese.
La marmellata di agrumi, prevede una preparazione lunga.
Si inizia con il taglio manuale di polpa e buccia di arance, mandarini, limoni e pompelmo (ovviamente di ottima qualità e non trattati). Si passa poi da un lungo periodo di riposo e marinatura e infine si arriva alla cottura, che deve essere controllata continuamente e fermata al momento opportuno. Quando cioè le scorzette diventano lucide e spesse e la marmellata è di un bel color bronzo vivo.
L’intuito mi diceva che il sapore amarognolo e caramellato degli agrumi, si sarebbe sposato alla perfezione con l’affumicatura e l’accentuata sapidità dell’aringa, smorzandola.
È proprio il caso di dire che “un’intuizione è la creatività che cerca di dirti qualcosa”.
Mai accostamento, sebbene possa sembrare un po’ spregiudicato, è mai stato più azzeccato: la prova sapore ha per me ottenuto i massimi livelli.
Entrambi i gusti ne escono esaltati: l’aringa si fa più gradevole in bocca e si nota molto meno la presenza del sale e la marmellata è perfetta come accompagnamento di un pesce dal sapore così forte, quasi prepotente.
Il contest
Con questa ricetta partecipo al contest “The Mystery Basket” di La mia famiglia ai fornelli, ospitato questo mese dal blog Mani in pasta quanto basta
Per la prima volta ho deciso di provare a partecipare ad un contest. L’idea è molto carina: un cestino di ingredienti da utilizzare e una ricetta originale da proporre per il loro utilizzo.
Avevo già in mente di utilizzare due tra gli ingredienti proposti: pasta fresca e ricotta. Da qui ho poi preso l’ispirazione (giustissima) di aggiungere anche dei cubettini di kiwi al naturale al piatto.
Non solo danno colore, ma regalano una freschezza inaspettata, tale da portare questo primo piatto al di fuori della stagione invernale, proprio come mi ero proposta.
La ricetta prevede qualche passaggio, ma è semplice, veloce e gustosa (almeno, a me è piaciuta così tanto, da farla diventare la mia cena già per un paio di volte).
Che dite, la provate? Fatemi poi sapere come è andata!
Fettuccine all'aringa e ricotta con marmellata di agrumi e kiwi
Ingredienti
Per la pasta fresca
- 280 g di farina
- 3 uova
- 2 cucchiaini di olio EVO
- sale
Per il condimento
- 4 filetti di aringa affumicata sott'olio
- 300 g di ricotta vaccina
- scorza di 1 limone
- olio
- sale
- pepe
Per la composizione del piatto
- 4 cucchiai di marmellata di agrumi Val Cor
- 1 kiwi
- 40 g di formaggio grattugiato
Preparazione
Preparate la pasta fresca
- Rompete le uova in una ciotolina e sbattetele aggiungendo l'olio EVO e un pizzico di sale.
- Disponete la farina a fontana e mettete al centro le uova sbattute.
- Lavorate fino a che non avrete ottenuto un impasto liscio e omogeneo, quindi avvolgete nella pellicola trasparente e fate riposare per mezz'ora circa.
- Stendete la pasta abbastanza sottile e ricavate delle fettuccine non troppo spesse.
Preparate il condimento
- Pelate il kiwi e tagliatelo a cubetti piccoli. Quindi mettetelo da parte.
- Frullate la ricotta in un frullatore a immersione con un pizzico di sale e una grattata d buccia di limone, fino ad ottenere una crema morbida.
- Create una cialdina di parmigiano che utilizzerete per decorare il piatto mettendo, in una padellina antiaderente calda, un cucchiaio di formaggio grattugiato spalmato sottilmente. Quando sarà sciolto fatelo raffreddare su un foglio di carta oleata.
- Tagliate i filetti di aringa a cubetti piccolissimi e fateli saltare per un minuto a fuoco vivace con un filo di olio.
- Cuocete brevemente le fettuccine fresche in acqua bollente e salata e salatatele nella padella in cui avrete cotto l'aringa, aggiungendo acqua di cottura e qualche cucchiaio di crema di ricotta.
Componete il piatto
- Adagiate le fettuccine su un lato del piatto e disponete la marmellata di agrumi sull'altro lato.
- Aggiungete sulle fettuccine i cubetti di aringa che vi avanzano nella padella, aggiungete la salsa di ricotta al limone sopra alle fettuccine e finite con i cubetti di kiwi.
- Infine, disponete una cialdina di grana in ogni piatto
Più che un piatto sembra un quadro 🙂 I miei complimenti!
Un mix di sapori e colori straordinario.
Grazie per aver deciso di donarla al contest!
In bocca al lupo ^_^
Grazie a te dell’opportunità!
Mi fa proprio piacere che ti piaccia.
Per l’occasione mi sono impegnata un po’ di più con l’impiattamento, ma in realtà è una ricetta semplice e abbastanza veloce.
Crepi il lupo!