Sono seduta sul divano e alla tv Andrea Camilleri sta raccontando la trama del romanzo a cui è ispirato l’episodio che andrà in onda tra poco. Il volto allungato non nasconde i tipici segni dell’età e le labbra, avvizzite e leggermente cadenti, accompagnano ogni parola con movimenti pacati.
Premetto (e confesso) di non aver mai letto nessuno di romanzi di Camilleri e di non essere una sua fan. Eppure, il suo racconto ha un potere ammaliante. Ha catturato la mia attenzione e mi ha trascinato all’interno della sua storia, obbligandomi a tenere gli occhi e le orecchie puntate verso di lui.
Credo che le corde più potenti per il mio interesse siano rappresentate proprio dal ritmo, la cadenza, il tono che utilizza. Scandisce ogni singola parola in modo lento, dando la giusta rilevanza ai concetti con un uso esemplare degli aggettivi e sottolineando, con ulteriori rallentamenti o un’inflessione particolare della voce, i dettagli sui quali vuole porre maggiormente l’accento.
In quella lentezza c’è cuore: quello che trasmette non è solo la trama di una storia. È partecipazione, coinvolgimento. Il senso di tranquillità di chi sa esattamente che cosa vuole dire e dove deve arrivare ponendo tutta la sua attenzione su quello che sta in mezzo.
È talmente coinvolgente e trascinante che adesso, l’unica cosa che vorrei fare è aprire uno dei libri di Camilleri e iniziare a leggerlo lentamente, a voce alta, assorbendo e assaporando ogni più piccola sfumatura che il suo linguaggio, semplice ma ricco, emana.
La mia ricetta della zuppa di cipolle
Mi sarebbe piaciuto che la ricetta della zuppa di cipolle toscana mi fosse stata spiegata esattamente in quel modo. Con quell’incedere tranquillo e sereno che ti spinge però all’azione immediata. Quello che avrei voluto, non è tanto la ricetta, ma il racconto di una zuppa. Oltre agli ingredienti mi sarebbe piaciuto gustarmi anche gli aneddoti che le ruotano intorno e le sensazioni che si porta dietro l’assaggio di questa preparazione.
Ma non ho avuto questa fortuna e così mi sono affidata al web per tirare fuori non solo la mia ricetta di zuppa, ma anche il mio personale racconto di zuppa. In fondo, anche io sapevo esattamente il risultato a cui volevo arrivare. Dovevo solo trovare il modo migliore per gustarmi il viaggio verso quel risultato.
Chissà mai che, raccontandolo qui, a qualcuno non venga la voglia improvvisa e incontenibile di versar lacrime (di gioia, ovviamente) affettando sottile sottile una cipolla.
Tra la Toscana e la Francia
La mia idea di zuppa si trovava esattamente a metà tra la tipica preparazione toscana della tradizione, e quella francese. Da una parte, quindi, la lunga cottura, nella pentola di coccio e con i dadini di pane croccante al suo interno. Dall’altra non poteva che riportarmi alla mente la soupe à l’oignon con il formaggio gratinato che ho assaggiato, ormai troppi anni fa, in un piccolo ristorante di Parigi.
Dalle mie ricerche sull’argomento ho imparato un sacco di cose. Ad esempio che la versione toscana e quella più sciccosa parigina sono strettamente imparentate, visto che pare sia stata Caterina dé Medici a portare l’uso della zuppa di cipolle (o carabaccia) in Francia. E che in Toscana, la ricetta originale prevedeva l’aggiunta di zucchero, cannella e mandorle.
Dopo aver consultato diverse ricette, ho deciso di salvare i dettagli che più mi piacevano di ognuna.
E così, ecco la mia zuppa di cipolle gratinata al pecorino.
Pochi (ingredienti) ma buoni
Cipolle, brodo, pane e pecorino.
Pochi ingredienti ma che uniti, danno vita ad una preparazione davvero complessa, sia dal punto di vista delle consistenze sia del contrasto di sapori. Un delizioso e fortificante piatto unico, ideale per combattere queste gelide serate invernali, dove il temutissimo Burian la fa da padrone.
Ho voluto innanzi tutto che le cipolle fossero protagoniste assolute del piatto, scegliendo di non fare alcuna aggiunta se non dei piccoli cubetti di patata, così che il loro amido conferisse una consistenza vellutata alla zuppa. I bocconcini farinosi inoltre, hanno rappresentato una pausa di gusto e consistenza interessante ma non invadente, in grado di esaltare le caratteristiche della cipolla. Per dare ancora più cremosità, ho poi scelto di mixare leggermente una piccola parte della zuppa, lasciando tuttavia inalterata la componente fragrante del resto.
Volevo che la mia zuppa avesse un giusto livello di untuosità, in grado di dare rotondità e morbidezza, ma non volevo che persistesse a lungo in bocca, diventando fastidioso. Per questo, ho evitato le grandi dosi di burro (tipiche della cucina francese) e ho utilizzato con parsimonia un buon olio extra vergine di oliva e del brodo di pollo.
Infine, non ho potuto fare a meno della gratinatura a base di formaggio. Questo, oltre a trasformare la zuppa in un piatto unico equilibrato, aggiunge, secondo me, gusto ma anche eleganza ad un piatto tanto semplice quanto ricco. Per la gratinatura ho scelto un prodotto toscanissimo: il Pecorino Toscano DOP fresco. Saporito ma non troppo, morbido e dal gusto marcato di burro e latte è uno dei migliori accostamenti per il sapore pervasivo della cipolla.
Nonostante l’ingrediente principale abbia un gusto rude e quasi prepotente, il risultato finale vi sorprenderà.
La zuppa di cipolle è infatti un piatto delicato e saporito: una vera esplosione di aromi e morbidezza dove la nota piccante della cipolla è ben equilibrata dalla sua dolcezza e l’odore intenso è mitigato dal gusto corposo del brodo di pollo.
Basteranno giusto pochi dadini di pane toscano a fare della vostra zuppa una vera delizia.
Buon appetito!
Zuppa di cipollegratinata al pecorino
Ingredienti
- 500 g di cipolle rosse dolci affettate (tipo calabresi, di Certaldo o Tropea)
- 800 ml di brodo di pollo (o vegetale)
- 150 g di pecorino fresco
- 4 fette di pane toscano
- 3 cucchiai di olio EVO
- 20 g di burro
- 1 patata piccola
- sale
- pepe
Preparazione
- Preparate il brodo mettendo in una pentola con abbondante acqua fredda 2 cosce di pollo, 1 carota grande, 1 costa di sedano, una cipolla piccola, 2 pomodori pelati e un ciuffo di prezzemolo.
- Portate lentmente a ebollizione e fate sobbollire per un'ora e mezzo circa a fuoco dolce. In alternativa, potete utilizzare un brodo fatto con del dado oppure un brodo vegetale (questo alleggerirà la zuppa).
- Pulite e tagliate sottilmente le cipolle.
- In una pentola di coccio o dal fondo spesso, mettete a fondere una noce di burro e l'olio. Quando il burro sarà sciolto, aggiungete le cipolle, una presa di sale e una spolverata di pepe e cuocete a fuoco dolcissimo per circa mezz'ora, fino a che l'acqua di vegetazione delle cipolle non si sarà ritirata e queste saranno diventate morbide e trasparenti.
- Aggiungete il brodo, coprite la pentola e lasciate bollire lentamente per un'ora circa.
- Prelevate una piccola parte della zuppa e passatela a crema con il minipimer. Quindi rimettetela in pentola insieme al resto.
- Aggiungete una patata piccola precedentemente tagliata a dadini, regolate di sale e pepe e lasciate cuocere per altri 30'.
- Trasferite la zuppa in ciotoline monoporzione adatte alla cottura in forno, disponete alcuni dadini di pane toscano sulla zuppa e quindi cospargete la superficie di pecorino grattugiato.
- Fate gratinare le ciotoline di zuppa nel forno caldo fino a che il formaggio non sarà sciolto e avrà formato una crosticina.
- Servite la zuppa calda con il pecorino filante aggiungendo una spolverata di pepe nero fresco.