Quando ormai quattro anni fa ho postato per la prima volta la ricetta di questo pandoro, credo di non avergli dato la giusta importanza.
Innanzi tutto perché il pandoro è uno di quei dolci della tradizione natalizia che vanno celebrati. E poco importa se non siamo ancora vicinissimi a Natale (ma già si sente nell’aria).
Il pandoro, come potrete leggere, ha bisogno di tempo, soprattutto se, come il mio è fatto con il lievito madre.
Va quindi preparato con anticipo: dovete dare il tempo agli aromi di mescolarsi bene.
Un po’ di alcool spruzzato all’interno di un sacchetto di nylon vi aiuterà a mantenerlo fino a Natale…anche se poi sono sicura che non ci arriverà tutto intero.
Sarà troppa la curiosità di tagliare la prima fetta e gustare la consistenza soffice e burrosa.
Preparatelo e mangiatelo quando volete: con il pandoro è sempre Natale!
Niente è impossibile! Il pandoro del mio Natale
Ho salutato novembre in ritardo con la ricetta del baldino di castagne. Con questo post devo assolutamente entrare in clima natalizio.
Sto accumulando ritardo nello scriverne, ma vi assicuro che la cucina, già da giorni, profuma di miele e lievito.
In ogni caso, per i più volenterosi, c’è ancora tempo per fare questa ricetta natalizia al 100%: il pandoro!
Questa è una di quelle ricette che ti impegnano anima e corpo. La preparazione del pandoro ha il potere di modificare anche le abitudini più consolidate. Mi ha spinto a guardare l’orologio molto più spesso di quanto non faccia di solito, ad impostare sveglie e a darmi ritmi nuovi.
Eh sì, perché il tempo da seguire non è più il nostro ma quello del lievito madre, l’ingrediente principe di questa ricetta.
È più o meno un anno che sto cercando di fare amicizia con il lievito naturale. Fino a poco tempo fa, eravamo ancora un po’ diffidenti, non ci fidavamo pienamente l’uno dell’altra e contavamo troppo poco sulle nostre capacità.
Il pandoro è stato il punto di svolta.
Con questa ricetta ho davvero apprezzato tutte le qualità positive di questo tipo di lievitazione e, considerata la risposta positiva, devo dire che il lievito, per sua parte, ha decisamente collaborato al successo.
Non vado avanti con le chiacchiere perché la ricetta, non difficilissima, ma senz’altro complessa, merita tutta l’attenzione possibile.
Concedetemi solo le ultime doverose premesse.
Ovviamente non avrei potuto affrontare una simile preparazione senza la guida di una ricetta ben spiegata e collaudata.
Tra le tante che ho letto in questi giorni, alla fine ho scelto di affidarmi a quella di Raffaele Pignataro. Mi ha colpito la semplicità degli ingredienti, pochi ma buoni e la preparazione: complessa ma non troppo. Insomma, proprio il giusto mezzo che mi serviva per rompere il ghiaccio con i grandi lievitati.
La seconda premessa.
Vi ho detto che il pandoro impone ritmi precisi, rispettosi dei tempi di riposo, impasto e lievitazione. Prima di iniziare, mi sono così trovata ad elencare su un foglio tutti gli step che avrei dovuto seguire, cercando l’orario migliore per iniziarli ed evitare così di trovarmi a impastare in piena notte. Dandovi la ricetta, vi propongo anche la mia organizzazione dei tempi…non sia mai che vi serva.
E buttatevi: poche cose sono facili, ma nessuna è impossibile!
Pandoro
Ingredienti
Primo impasto
- 250 g di lievito madre (attivo)
- 490 g di farina forte (meglio se specifica per grandi lievitati)
- 190 g di acqua
- 160 g di zucchero
- 170 g di tuorli (una decina di uova medie)
- 235 g di burro (di ottima qualità)
- 2 g di sale
Secondo impasto
- 240 g di farina forte
- 5 g di malto d'orzo
- 80 g di acqua
- 60 g di zucchero
- 180 g di tuorli
- 235 g di burro
- 20 g di cioccolato bianco
- 35 g di emulsione
- 2 g di sale
Emulsione
- 20 g di burro
- 10 g di miele
- 2 bacche di vaniglia
- 2 arance (buccia grattata)
Preparazione
Rinfresco e attivazione del lievito madre.
- La cosa fondamentale per ottenere un buon pandoro è quella di lavorare con un lievito madre molto attivo. Per averlo, ho fatto una serie di rinfreschi consecutivi prima di iniziare, adottando anche la tecnica della legatura.Questa consiste nel racchiudere la porzione di lievito madre, prima all'interno di carta da forno, poi dentro ad un pezzo di stoffa che verrà legato con spago o cordicelle (come si fa con un pezzo di arrosto).
- Venerdì, ore 16,00: primo rinfresco del lievito.
- Venerdì, ore 21,00: secondo rinfresco del lievito.
- Sabato, ore 8,00: terzo rinfresco e legatura (il procedimento illustrato sopra).
- Sabato, ore 12,00: quarto rinfresco del lievito e legatura.
- Sabato, ore 15,30: quinto e ultimo rinfesco e legatura.Arrivati a questo punto il vostro lievito dovrebbe crescere molto rapidamente e soprattutto dovrebbe esser diventato molto resistente: avrà come delle corde al suo interno.
Sabato, ore 18,00: Inizio lavorazione primo impasto
- Fate sciogliere benissimo l'acqua con lo zucchero,quindi versatela nella plantaria ed aggiungete il lievito madre.Azionate a velocità non troppo alta e lasciate che il lievito si sciolga.
- Iniziate quindi ad aggiungere la farina setacciata e fate lavorare facendo attenzione che la temperatura dell'impasto non vada mai oltre i 23°. Se accade, fermatevi, fate raffreddare in frigo e ripartite.
- Quando il composto inizierà ad amalgamarsi, aggiungete i tuorli a filo, pochi alla volta.Prima di procedere con una nuova aggiunta, fate in modo che l'impasto abbia assorbito perfettamente le uova versate prima.
- Continuate così fino al termine delle uova e quindi lasciate andare la macchina fino a che il composto non sarà diventato liscio e ben incordato.
- A questo punto iniziate ad aggiungere, sempre poco alla volta, il burro pomata (il burro dovrà cioè avere proprio la consistenza di una pomata, per cui è bene metterlo in un luogo abbastanzza caldo con anticipo. Io avevo messo l'intero panetto incartato su un termosifone, sopra ad un canovaccio piegato).
- Una volta che il burro sarà completamente amalgamato, aggiungete il sale e fate lavorare ancora qualche minuto.
Sabato, ore 19,30: inizio prima lievitazione
- Mettete il composto in un recipiente molto grande, segnate la soglia alla quale arriva il vostro impasto e mettete a lievitare, a 26° per almeno 12 ore.Dovrete continuare la lievitazione fino a che il volume dell'impasto non sarà triplicato. A me ci sono volute circa 13 ore.
Sabato, ore 19,30: preparazione emulsione
- Unite in un piccolo recipiente il burro morbido, il miele e gli aromi e mescolate bene con una frusta.Coprite l'emulsione e lasciatela insaporire.
Domenica, ore 8,00: Inizio raffreddamento in frigorifero
- Una volta che l'impasto sarà triplicato, sgonfiatelo e mettetelo a raffreddare per almeno un'ora in frigorifero.
- Nel frattempo terminate l'emulsione precedentemente preparata montandola con le fruste elettriche.Vedrete che cambierà colore e consistenza, diventando più spumosa.
Domenica, ore 9,30: inizio secondo impasto
- Fate di nuovo una miscela con l'acqua e lo zucchero, mettete in planetaria insieme al primo impasto e fate sciogliere.
- Aggiungete il malto d'orzo e la farina.
- Procedete con le uova, come nel primo impasto. Una volta che saranno ben amalgamate, proseguite con il cioccolato bianco sciolto a bagno maria e con l'emulsione e lasciate lavorare.
- Alla fine aggiungete il burro pomata come fatto nel primo impasto e, per ultimo, il sale.
Domenica, ore 10,30: inizio riposo all'aria aperta
- Lasciate riposare il composto ottenuto su una spianatoia, all'aria, per circa 45'.
Domenica, ore 11,15: formatura e pirlatura
- Trascorso il tempo di riposo, dividete l'impasto secondo il numero di forme che avete.Ogni porzione dovrà avere il peso dello stampo che avetet scelto + il 10% (ad esempio: per uno stampo da 1 kg, dovrete pesare 1,1kg di impasto).
- Una volta porzionate le forme, iniziate a pirlarle (è un termine tecnico: significa accarezzare la pasta facendola scorrere sul piano di lavoro e formando una palla).Dedicate tempo a questo passaggio, è fondamentale per la successiva lievitazione.
- Ungete leggermente gli stampi e mettete l'impasto pirlato all'interno.
Domenica, ore 12,15: inizio seconda lievitazione
- Mettete di nuovo a lievitare i pandori a 26°, fino a che non avranno raggiunto il bordo dello stampo.Occorreranno dalle 6 alle 8 ore (le mie hanno impegato 6 ore esatte).
Domenica, ore 18,30: cottura
- Accendete il forno a 170°. Mentre si scalda, lasciate i pandori all'aria e, se li avete fatti lievitare coperti, scopriteli.In questo modo si formerà una leggera crosticina sulla cupola lievitata.
- Quando il forno sarà caldo, fate cuocere i pandori per 50' circa, avendo cura di mettere gli stampi nella parte più bassa del forno.Se avrete fatto tutto correttamente infatti, in cottura i pandori cresceranno ancora e rischierebbero di toccare le resistenze superiori se posti troppo in alto.
- I pandori saranno cotti quando la temperatura al cuore avrà raggiunto i 96° (per misurarla basta un banale termometro da cucina, con cui dovrete raggiungere il centro del pandoro per misurarne la temperatura).